di Cristina Tomasini

Il Debate, praticato in moltissime scuole di ogni ordine e grado, è ormai entrato a pieno titolo nella didattica italiana. Non è dunque un caso che durante i recenti Campionato Italiano Giovanile e Olimpiadi di Debate si sia assistito a dibattiti di elevato livello tra le squadre in gara; a ciò si aggiungono anche le ottime performance degli studenti italiani nelle competizioni internazionali. Il Debate è, pertanto, diventato un punto di riferimento importante per l’innovazione didattica.

In questo panorama la Società Nazionale Debate Italia (SNDI) rappresenta certamente una delle realtà più attive nella promozione e disseminazione di questa metodologia attraverso un’incessante ricerca-azione sui processi di apprendimento-insegnamento del Debate anche in ambiti diversi rispetto al tradizionale contesto scolastico.

Il Dibattito regolamentato contribuisce innegabilmente a potenziare le soft skills e sviluppare il pensiero critico in tutti coloro che si avvicinano a questo “sport della mente”: per questo motivo si è fermamente convinti che esso possa diventare un asset significativo da sviluppare anche in ambito professionale, come ha dimostrato il percorso di formazione organizzato da SNDI in collaborazione l’Associazione Italiana Direzione del Personale (AIDP). I partecipanti hanno avuto modo di sperimentare come il debate possa essere una “tecnica” da applicare nei contesti di lavoro per affinare le competenze di decision making e multi-sided thinking, rafforzare l’attitudine al team working e alla gestione dei conflitti. Queste competenze sono sempre più spesso richieste nei diversi profili professionali perché formano lavoratori resilienti, proattivi e collaborativi, flessibili, creativi e dinamici adatti a un mondo del lavoro in continuo cambiamento e soggetto a sollecitazioni improvvise e globali.

Da questa esperienza pilota è nato un nuovo percorso formativo, progettato da SNDI, per gli studenti del secondo anno dell’Istituto Tecnico Superiore (I.T.S) InCom: l’obiettivo principale era quello di realizzare un laboratorio dove sperimentare le tecniche di dibattito integrando e arricchendo il loro percorso professionalizzante.

Gli ITS costituiscono infatti un segmento di formazione terziaria non universitaria che coniuga formazione e lavoro per garantire un’alta specializzazione in aree tecnologiche considerate prioritarie per lo sviluppo del Paese. Essi rappresentano un’opportunità e un’innovazione nel panorama formativo italiano sia per la tipologia di formazione mista (con alternanza tra aula e stage aziendale) sia per la condivisione della progettazione con le imprese che possono contribuire ad allineare teoria e pratica per soddisfare le richieste di profili adatti alle esigenze reali del sistema produttivo.

La proposta formativa di Debate per l’ITS può dunque considerarsi un’opportunità innovativa di formazione che permette di coniugare lavoro e soft skills: infatti le attività proposte hanno sollecitato gli studenti a confrontarsi con le strutture argomentative, le tecniche di confutazione, gli esercizi di public speaking, alternando brevi pillole di teoria con esercitazioni pratiche.

Ai corsisti sono state proposte mozioni legate al mondo del lavoro, alle professioni e alla loro specializzazione: hanno così affrontato direttamente l’analisi degli stakeholders, la problematizzazione del tema, il confronto critico tra posizioni pro e contro, la ricerca di una soluzione efficace al problema, sempre con riferimento a un contesto professionale.

Le tecniche per costruire argomentazioni logicamente corrette e intrinsecamente vere hanno permesso inoltre di esercitarsi in una vera propria analisi critica delle affermazioni proposte: tale esercizio amplifica le capacità di autovalutazione e, se praticato costantemente come approccio sistematico ai problemi, permette di dirimere efficacemente le controversie che possono sorgere nei team di lavoro e nelle relazioni professionali.

La progettazione di questo percorso, ha spinto i formatori di SNDI a rivedere lo schema insegnamento-apprendimento del Debate rispetto al binomio lavoro-competenze e ha permesso di esplorare nuove modalità didattiche in classi composte da studenti adulti, con variegate professionalità pregresse.

L’attività si è svolta ovviamente in modalità a distanza, ma, come per le esperienze di Debate svoltesi durante tutto questo lungo anno di pandemia, la DAD non ha impattato negativamente sull’efficacia della formazione. Ciò è certamente dipeso dall’ormai piena dimestichezza delle modalità e-learning ma anche dalla metodologia propria del Debate, che prevede sempre un’alternanza tra brevi momenti teorici e formali e attività di cooperative learning e/o discussione guidata anche con l’utilizzo di strumenti multimediali collaborativi: ciò ha reso l’intero percorso molto efficace e stimolante.

Al termine della prima parte del corso, gli studenti hanno simulato un vero e proprio dibattito con restituzione finale da parte del giudice-formatore.

La seconda parte invece è stata progettata per implementare alcune competenze finalizzate all’analisi critica del progetto che ciascuno degli studenti deve presentare all’esame finale: le esercitazioni hanno dunque applicato le tecniche di confutazione per condurre un’analisi critica e valutativa in relazione alla sua efficacia nel risolvere un problema dato.

I formatori hanno progettato un format specifico che prevede presentazione e successiva “cross examination”, ovvero una serie di domande confutative a cui rispondere con un discorso finale di replica.

I corsisti si sono dimostrati soddisfatti per aver intessuto significative relazioni di crescita professionale mentre i formatori sono riusciti, ancora una volta, a mostrare ai rappresentanti del mondo del lavoro che il Debate potrebbe diventare un’occasione di crescita professionale se acquisito come “buona prassi” anche in azienda.